di ENZO BIANCHI
“I sapienti non hanno riposo né in questo mondo né nel mondo che verrà”. Questa frase del midrash non mi abbandona da quando, poco fa, mi hanno avvisato della morte di Paolo De Benedetti. Difficile attribuire solo al caso il fatto che io fossi all’Eremo di Camaldoli impegnato in un dialogo con il rabbino Piperno di Napoli a conclusione delle giornate del Colloquio ebraico-cristiano dedicate a “Ebrei e cristiani testimoni della Parola”: stavamo riflettendo sul nostro “impegno comune” nella lettura delle Scritture, ed ecco che mi comunicano che è venuto a mancare chi di questo impegno comune è stato infaticabile promotore e impareggiabile maestro. Paolo De Benedetti - zikhronò livrakha, “la sua memoria sia in benedizione” - è uno di quei sapienti che non ha conosciuto riposo nel sondare gli imperscrutabili disegni di Dio e che, se prestiamo fede al midrash, riposo non trova neanche ora che ha raggiunto “il mondo che verrà”.
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