Caro amico, se credi di aver perso le migliori qualità umane – purezza, santità, sincerità, qualsiasi cosa – per debolezza, ignoranza, incredulità, pigrizia, sentimento di impotenza, di inferiorità – questo senso di impotenza e inferiorità che domina su tutta la generazione attuale nel mondo tanto che ormai gli uomini, schiacciati da questo sentimento, si trascinano dietro i loro peccati e se li portano a casa, al lavoro, sull’autobus e forse anche in chiesa –, ti prego, amico, dimentica il passato, anche se fa male fino a questo momento. Abbandonalo tutto quest’oggi e in questo preciso istante. Per amore di colui che è nato a Betlemme, vieni insieme a me a scrollarci di dosso il passato e il peso del tempo e andiamo a incontrare Cristo, che ci aspetta a braccia aperte. Cristo non è nato a Betlemme per rendere una breve visita alla terra e andarsene. Non è stato un viandante di passaggio. È il Figlio di Dio, che ha preso carne, della quale non si spoglierà mai più. Ha preso noi, amatissimi. Ha preso l’umanità su di sé e si è unita a essa in un’unione completa e perfetta.
Matta el Meskin, L’umanità di Dio
Il libro del monaco Matta el Meskin, un grande spirituale dei nostri tempi, è stato citato da papa Francesco nel discorso alla curia romana del 22 dicembre.