Cristiani e musulmani possono incontrarsi e convivere? La spiritualità islamica ha qualcosa da dire ai cristiani? La fede divide o aiuta a vincere l’odio? Oggi domande di questo genere sono all’ordine del giorno, sollevate dalle notizie che udiamo costantemente. Anche perché l’Islam è ormai una presenza fissa nella nostra convivenza quotidiana. Molto spesso è associata a paure e tensioni. Ma noi conosciamo davvero la fede dei musulmani? La spiritualità ci aiuta ad avvicinarci, al di là delle differenze tra le religioni?
Il percorso proposto quest’anno del Centro Diocesano di Spiritualità di Crema parte proprio da questi interrogativi. Il filo conduttore delle varie proposte è il “vedere”, associato da sempre alla conoscenza della verità, di noi stessi, del nostro tragitto di vita. Ma noi spesso non sappiamo andare oltre la superficie delle cose.
«Hanno occhi per vedere e non vedono», dice Ezechiele. Spesso siamo circondati da ombre, incertezze, pregiudizi, false idee, bugie che tolgono limpidezza al nostro sguardo. Vorremmo vedere, ma ci sentiamo brancolare nel buio.
In un cammino spirituale, di cura della vita interiore, lo sguardo si affina e impariamo a “vedere oltre”, più lontano. Con occhi nuovi, cambia il nostro rapporto con il mondo, con gli altri, con Dio; le situazioni che affrontiamo e le scelte che compiamo appaiono sotto una luce migliore.
L’Islam ci può aiutare a vedere il volto di Dio, se guardiamo più lontano, oltre ciò che ci divide? Il gesuita Paolo Dall’Oglio, testimone del dialogo e vicino alle sofferenze del popolo siriano mettendo a rischio la propria vita, si è definito “credente in Gesù e innamorato dell’Islam”. In questo incontro che inaugura l’attività del Centro di spiritualità la risposta non è cercata nella teoria, ma nell’esperienza: quella dei monaci di Tibhirine (resi noti dal film Uomini di Dio) che sono andati incontro alla morte per solidarietà con il popolo d’Algeria. Scrive uno di loro: “In fondo al nostro pozzo cosa troveremo? Acqua musulmana o acqua cristiana? In fondo a questo pozzo è l’acqua di Dio”. La loro è considerata una delle testimonianza di fede più alte dei nostri tempi.
La serata vedrà come relatore fr. Guido Dotti, che conosce bene la vicenda di Tibhirine per aver curato l’edizione italiana degli scritti dei monaci. Inoltre, lui stesso da anni partecipa a un’esperienza internazionale di dialogo tra sciiti e monaci cristiani con incontri in Gran Bretagna, ad Assisi e a Qom in Iran, a proposito della quale dice: “Se insieme lavoriamo per la pace, mostriamo la bellezza di Dio”. E il fondatore di questi icontri, Muhammad Ali Shomali: “si può appartenere a religioni diverse ed essere fratelli, rispettarsi e volersi bene. Il mondo secolarizzato in cui viviamo giudica irrilevante la fede, io apprezzo il profondo senso d’amore verso Dio dei monaci, comprendo di avere molto in comune con loro. Per entrambi una vita senza Dio, senza amore e misericordia verso il prossimo, è vuota e illusoria”.
“La vita quotidiana – spiega fr. Guido – è stato il luogo in cui i monaci di Tibhirine hanno imparato a conoscere la presenza dell’altro, come musulmano, dell'altro che è credente e vive accanto a te, e vive un’esperienza di fede. Questo è avvenuto in modo molto spontaneo attraverso la condivisione anche della terra. Sul terreno che avevano mantenuto i monaci hanno creato una cooperativa i cui soci erano alcuni monaci e alcuni capifamiglia del villaggio vicino, i quali continuano anche adesso a coltivare la terra e a ricavarne i prodotti per dare da mangiare alle loro famiglie. Poi avevano messo a disposizione una stanza nel loro grande monastero perché fosse usata come luogo di preghiera, dove regolarmente la comunità musulmana del villaggio poteva trovarsi a pregare ai suoi ritmi”.
Guido Dotti è monaco presso il monastero di Bose e delegato per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della diocesi di Biella. Ha curato per la casa editrice Qiqajon l’edizione italiana di importanti testi di spiritualità contemporanea, tra cui: Christian de Chergè e i monaci di Tibhirine, Più forti dell’odio; Dag Hammarskjöld, Tracce di cammino; Thomas Merton, La pace nell’era postcristiana.
Vedere più lontano il volto di Dio: l’Islam
Incontro con fr. GUIDO DOTTI, monaco di Bose
Mercoledì 12 ottobre 2016, ore 20:45
Centro di Spiritualità, via Medaglie d’oro 8, 26013 Crema (CR)
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