In vista delle celebrazioni per i 500 anni della Riforma protestante, la commissione luterana-cattolica sull'unità ha pubblicato un significativo documento, "Dal conflitto alla comunione", di cui riporto alcuni passaggi. *
17. Luterani e cattolici hanno molte ragioni per rinarrare la loro storia in modi nuovi. Si sono avvicinati gli uni agli altri attraverso relazioni familiari, attraverso il loro servizio missionario rivolto al mondo e attraverso la loro comune resistenza a tirannie in molte parti del mondo. Questi contatti approfonditi hanno cambiato la loro reciproca percezione, rendendo più pressante la necessità di dialogo ecumenico e di ulteriori studi. Il movimento ecumenico ha mutato orientamento alla percezione che le varie Chiese hanno della Riforma: i teologi ecumenici hanno deciso di non porre più l’accento sui punti di vista delle rispettive confessioni e di non perseguirli a svantaggio del dialogo ecumenico, per cercare invece ciò che è comune nell’ambito delle differenze, o addirittura dei contrasti, e in tal modo lavorare verso un superamento delle differenze che separano le Chiese.
Contributi della ricerca storica sul Medioevo
18. La ricerca storica ha contribuito molto e in molti modi a cambiare la percezione del passato. Nel caso della Riforma ciò include le letture sia protestante sia cattolica della storia della Chiesa, che hanno saputo correggere precedenti descrizioni confessionali della storia attraverso stringenti criteri metodologici e attraverso la riflessione sulle condizioni sottostanti ai propri punti di vista e ai propri presupposti. Da parte cattolica tutto questo si applica in modo particolare alla ricerca più recente su Lutero e sulla Riforma, mentre da parte protestante si applica specialmente a un quadro mutato della teologia medievale e a una trattazione del tardo Medioevo più ampia e differenziata. Nelle descrizioni attuali del periodo della Riforma vi è anche una nuova attenzione a molti fattori non teologici: politici, economici, sociali e culturali. Il paradigma della «confessionalizzazione» ha apportato importanti correzioni alla precedente storiografia relativa al periodo.
19. Il tardo Medioevo non viene più visto come un periodo storico totalmente buio, come spesso è stato rappresentato dai protestanti, ma neppure viene percepito come pienamente luminoso, come nelle vecchie descrizioni cattoliche. Quest’epoca oggi appare come un tempo di grandi contrasti: di devozione esteriore e di profonda interiorità; di teologia orientata alle opere nel senso del do ut des e di assoluta convinzione della totale dipendenza dell’uomo dalla grazia di Dio; di indifferenza verso gli obblighi religiosi – anche quelli relativi all’ufficio ecclesiastico – e di profonde riforme, come in alcuni ordini monastici.
20. La Chiesa era tutt’altro che un’entità monolitica; nel corpus christianum convivevano teologie, stili di vita e concezioni della Chiesa molto vari e diversificati. Gli storici dicono che il XV secolo fu un’epoca di particolare fervore religioso nella Chiesa. Durante questo periodo sempre più laici ebbero la possibilità di ricevere una buona istruzione, cosa che fece nascere in loro il desiderio di sermoni migliori e di una teologia che li aiutasse a condurre una vita cristiana. Lutero colse queste correnti teologiche e devozionali e le sviluppò ulteriormente.
L’indagine storica cattolica del XX secolo su Lutero
21. L’indagine storica cattolica del XX secolo su Lutero si basò sull’interesse dei cattolici per la storia della Riforma, che si era risvegliato nella seconda metà del XIX secolo. Questi teologi assecondarono gli sforzi della popolazione cattolica dell’Impero tedesco, dominato dai protestanti, per liberarsi da una storiografia protestante unilaterale e anti-romana. Il passo in avanti decisivo venne per gli studiosi cattolici con la tesi secondo cui Lutero superò dentro di sé un cattolicesimo che non era pienamente cattolico. Secondo questa visione la vita e la dottrina della Chiesa nel tardo Medioevo servirono da stimolo decisivo per la Riforma; la crisi interna al cattolicesimo rese del tutto convincente per alcuni la protesta religiosa di Lutero.
22. In modo nuovo, Lutero venne rappresentato come una persona di intenso fervore religioso e un rigoroso uomo di preghiera. Studi storici minuziosi e dettagliati hanno dimostrato che la letteratura cattolica su Lutero durante i quattro secoli dell’era moderna era stata ampiamente influenzata dai commentari di Giovanni Cocleo, consigliere del duca Giorgio di Sassonia e avversario di Lutero, che era suo contemporaneo. Cocleo aveva dipinto Lutero come un monaco apostata, un distruttore della cristianità, un corruttore della morale e un eretico. Il risultato di questa primo ravvicinamento con la figura di Lutero, critico ma comprensivo, fu di liberare gli studi cattolici dall’approccio unilaterale proprio di quelle opere polemiche su Lutero. Lucide analisi storiche condotte da altri teologi cattolici mostrarono che a portare alla divisione della Chiesa non furono le questioni cruciali di cui si occupò la Riforma, come la dottrina della giustificazione, ma piuttosto le critiche mosse da Lutero alla situazione della Chiesa del suo tempo, che scaturivano da tali questioni.
23. Per l’indagine storica cattolica su Lutero il passo successivo è stata l’individuazione della presenza di contenuti analoghi racchiusi in strutture e sistemi di pensiero teologico diversi, in special modo attraverso un confronto sistematico tra i teologi più rappresentativi delle due confessioni: Tommaso d’Aquino e Martin Lutero. Questo lavoro ha consentito ai teologi di comprendere la teologia di Lutero collocandola nel suo proprio contesto. Nel contempo l’indagine cattolica ha esaminato il significato della dottrina della giustificazione all’interno della Confessione di Augusta. In tal modo l’impegno riformatore di Lutero ha potuto essere inserito nel più ampio contesto della formulazione delle confessioni luterane, col risultato che l’intento della Confessione di Augusta ha potuto essere visto come l’espressione di un desiderio fondamentalmente riformatore ma anche preoccupato di preservare l’unità della Chiesa.
Progetti ecumenici che preparano la via al consenso
24. Questi sforzi hanno portato direttamente al progetto ecumenico, avviato in Germania nel 1980 da teologi luterani e cattolici in occasione del 450° anniversario della presentazione della Confessione di Augusta, di un riconoscimento di quest’ultima da parte dei cattolici. Gli importanti e ampi risultati raggiunti da un successivo gruppo di lavoro formato da teologi protestanti e cattolici, che affonda le sue radici in questo progetto di indagine cattolica su Lutero, sono stati raccolti nel saggio Lehrverurteilungen – kirchentrennend?, «Le condanne dottrinali dividono ancora?».[iii]
25. La Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione,[iv] sottoscritta nel 1999 dalla Federazione luterana mondiale e dalla Chiesa cattolica romana, si fonda su questa base e sul lavoro del dialogo statunitense Justification by Faith [«Giustificazione per fede»],[v] e ha espresso un consenso tra luterani e cattolici sulle verità fondamentali della dottrina sulla giustificazione.
Sviluppi cattolici
26. Il concilio Vaticano II, in corrispondenza con la rinascita biblica, liturgica e patristica dei decenni precedenti, ha affrontato temi quali il rispetto e la venerazione per la sacra Scrittura nella vita della Chiesa, la riscoperta del sacerdozio comune di tutti i battezzati, la necessità di una purificazione continua e di una continua riforma della Chiesa, la comprensione del ministero della Chiesa come servizio e l’importanza della libertà e della responsabilità degli uomini, compreso il riconoscimento della libertà religiosa.
27. Il Concilio ha inoltre affermato che vi sono elementi di santificazione e di verità anche al di fuori della Chiesa cattolica romana. Esso ha affermato che «tra gli elementi o beni dal complesso dei quali la stessa Chiesa è edificata e vivificata, alcuni, anzi parecchi e segnalati, possono trovarsi fuori dei confini visibili della Chiesa cattolica», e ha indicato questi elementi: «la parola di Dio scritta, la vita della grazia, la fede, la speranza e la carità, e altri doni interiori dello Spirito Santo ed elementi visibili» (UR 3).[vi] Il Concilio ha parlato anche delle «non poche azioni sacre della religione cristiana» che vengono compiute dai «fratelli» separati, e ha dichiarato che «queste in vari modi, secondo la diversa condizione di ciascuna Chiesa o comunità, possono senza dubbio produrre realmente la vita della grazia, e si devono dire atte ad aprire l’ingresso nella comunione della salvezza» (UR 3). Questo riconoscimento è stato esteso non solo ai singoli elementi e alle singole azioni in queste comunità, ma anche alle «Chiese e comunità separate» stesse. «Poiché lo Spirito di Cristo non ricusa di servirsi di esse come di strumenti di salvezza» (UR 1.3; EV 1/494.506).
28. Alla luce dell’indubbio rinnovamento della teologia cattolica che il concilio Vaticano IIha operato, oggi i cattolici sono in grado di comprendere le preoccupazioni riformatrici di Martin Lutero e di considerarle con un’apertura mentale maggiore di quanto sembrasse possibile in precedenza.
29. L’implicita condivisione delle preoccupazioni di Lutero ha portato a una valutazione nuova della sua cattolicità, che si è concretizzata nel contesto del riconoscimento che la sua intenzione era quella di riformare, e non di dividere, la Chiesa. Questo appare evidente nelle affermazioni del card. Willebrands e di papa Giovanni Paolo II.[vii] La riscoperta di queste due caratteristiche centrali della sua persona e della sua teologia ha portato a una nuova comprensione ecumenica di Lutero come «testimone del Vangelo».
30. Anche papa Benedetto XVI, nel discorso che ha pronunciato nel 2011 a Erfurt, durante la visita all’ex convento degli agostiniani, in cui Lutero era vissuto da monaco per circa sei anni, ha riconosciuto che la persona e la teologia di Martin Lutero presentano oggi una sfida spirituale e teologica ai cattolici. Papa Benedetto XVI ha commentato: «Ciò che non gli dava pace era la questione su Dio, che fu la passione profonda e la molla della sua vita e dell’intero suo cammino. “Come posso avere un Dio misericordioso?”: questa domanda gli penetrava nel cuore e stava dietro ogni sua ricerca teologica e ogni lotta interiore. Per Lutero la teologia non era una questione accademica, ma la lotta interiore con se stesso, e questo, poi, era una lotta riguardo a Dio e con Dio. “Come posso avere un Dio misericordioso?”. Che questa domanda sia stata la forza motrice di tutto il suo cammino mi colpisce sempre nuovamente nel cuore. Chi, infatti, oggi si preoccupa ancora di questo, anche tra i cristiani? Che cosa significa la questione su Dio nella nostra vita? Nel nostro annuncio? La maggior parte della gente, anche dei cristiani, oggi dà per scontato che Dio, in ultima analisi, non si interessa dei nostri peccati e delle nostre virtù».[viii]
Sviluppi luterani
31. Anche l’indagine storica luterana su Lutero e sulla Riforma ha conosciuto un notevole sviluppo. Le esperienze di due guerre mondiali hanno fatto crollare le tesi fino ad allora indiscutibili riguardo al progresso della storia e al rapporto tra cristianesimo e cultura occidentale, mentre l’affermarsi e il consolidarsi della teologia kerygmatica ha aperto nuove strade alla riflessione su Lutero. Il dialogo con gli storici ha molto contribuito a integrare i fattori storici e sociali nelle descrizioni dei movimenti della Riforma. Molti teologi luterani hanno riconosciuto i dannosi intrecci di visioni teologiche e interessi politici compiuti non solo da parte cattolica, ma anche dalla loro parte. Il dialogo con teologi cattolici li ha aiutati a superare approcci confessionali unilaterali e a diventare più autocritici verso alcuni aspetti delle loro tradizioni.
*COMMISSIONE LUTERANA - CATTOLICA ROMANA SULL’UNITÀ. Luterani:vescovo emerito E. Huovinen (co-presidente), Finlandia; W. Deifelt, Brasile; S. Gintere, Lettonia; T. Karlsen Seim, Norvegia; F.R. Mwombeki, Tanzania; F. Nüssel, Germania; M. Root, USA (2009); H.A. Suzuki, Giappone; R.F. Thiemann, USA (2010-); T. Dieter, Institute for Ecumenical Research, Strasburgo (consulente); K.L. Johnson (co-segretaria, FLM).Cattolici romani: vescovo G.L. Müller (co-presidente), Germania (2009-2012); card. K. Koch, Svizzera (2009); vescovo ausiliare K. Diez, Germania (2012-); M. Fédou sj, Francia; A. Maffeis, Italia; T. Söding, Germania; C.D. Washburn, USA; S.K. Wood scl, USA; E.-M. Faber, Svizzera (consulente); W. Thönissen, Germania (consulente); mons. M. Türk (co-segretario, Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani).
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