Il libro biblico di Tobia è particolarmente utile per riflettere sul rapporto tra esperienza amorosa e fede religiosa. Per molte persone queste due realtà sono molto distanti tra loro, addirittura estranee. Che cosa ha a che fare un Dio celesta con un rapporto molto terreno? Tanto più che ci sono molte persone che vivono serenamente il proprio rapporto di coppia senza fare riferimento al divino o alla religione.
Eppure, fede e amore sono in realtà molto più vicine di quanto si potrebbe immaginare. E' questione di occhi, di una realtà che a un certo punto emerge con una chiarezza che prima ci sfuggiva e cambia la nostra percezione.
Così è l'amore: quando una persona smette di essere una tra tutte le altre e per diventa speciale, unica, insostituibile. Bisogna restare su quel "per te", sottolinearlo. Anche gli altri la vedono e magari la trovano apprezzabile e bella, con molte doti, ma non la vedono come la vedi tu. "Per te" quella persona ha un volto e un posto particolare. Al punto di vedere qualcosa che nessun altro vede.
"Ricordo bene" - dice oggi un marito - "quando ancora tra noi non c'era nulla, quando non pensavo minimamente che mi sarei sposato e avrei avuto dei figli, che vidi S. prendere in braccio un bambino e d'impulso pensai che come madre sarebbe stata veramente bella. La nostra storia cominciò molto tempo dopo, ma quell'immagine mi aveva colpito e mi rimase dentro".
Quando ti innamori intuisci, vedi, trovi qualcosa che agisce su di te e che ti mette in moto. E alla fine è così anche per la fede. Del resto, è Gesù stesso a dirlo quando racconta le sue parabole e descrive il regno di Dio come un uomo che trova un tesoro in un campo e vende tutti suoi averi per comprare quel campo o un mercante che trova una perla preziosa e vende tutto pur di comprarla (cfr. Mt 13,44-45).
Non si dice però nella parabola che “un uomo vendette tutto quello che aveva e si mise alla ricerca di un tesoro nascosto”. Sappiamo come vanno a finire le storie che cominciano così: uno perde quello che aveva e non trova nessun tesoro. Storie di illusi, di visionari. No: un uomo trovò un tesoro e perciò vendette tutto quello che aveva per acquistarlo. Bisogna, in altre parole, aver trovato il tesoro per avere la forza e la gioia e di vendere tutto (Raniero Cantalamessa).
C'è una scoperta che cambia ogni prospettiva in positivo. E' interessante quello che Gesù dice dell'uomo che trova il tesoro nel campo: è "pieno di gioia". Proprio come chi vive l'innamoramento. La fede, allora, ci può dire molto sulle nostre storie d'amore. Ma non solo in forza di una similitudine. E qui veniamo alla vicenda di Tobia, quando sta per intraprendere il viaggio che lo porterà a incontrare e sposare Sara.
Uscì Tobia in cerca di uno pratico della strada che lo accompagnasse nella Media. Uscì e si trovò davanti l'angelo Raffaele, non sospettando minimamente che fosse un angelo di Dio. Gli disse: "Di dove sei, o giovane?". Rispose: "Sono uno dei tuoi fratelli Israeliti, venuto a cercare lavoro" (Tb 4,4-5).
Spesso si ha una concezione individualistica e privatistica dell'amore: noi ci amiamo, noi stiamo bene insieme, come se dipendesse solo da noi, come se fosse tutto merito nostro. Proviamo però a pensarci: la nostra vita e la nostra vicenda sarebbero le stesse, senza persone che ci accompagnano, ci educano, ci sostengono, ci consigliano? Quanto del positivo che c'è in noi, e che il nostro partner apprezza, dipende da chi abbiamo incontrato sulla nostra strada e che ci ha trasmesso?
Per Tobia questa presenza buona è quella di Dio stesso, rappresentato dall'angelo Raffaele, e bisogna cogliere un particolare: egli non sospetta affatto quale sia la sua vera identità. La presenza di Dio è discreta, non clamorosa e spesso i nostri occhi non la colgono, ma non vuol dire che non ci sia. E' la presenza dietro a tutte le presenze.
Arriverà il giorno in cui Tobia si renderà conto che il vero compagno della sua vita è proprio Dio. Ecco, Dio è il vero compagno: sarà accanto a te, perché è Colui che ti precede, è Colui che ha già inviato il suo angelo, è Colui che già ti avvolge con la sua presenza, che ti conosce, che ti parla (Franco Mosconi, Tobia, il mestiere di vivere, il Margine, p. 88).
Prima che di pensare a esseri soprannaturali, si tratta di una fiducia elementare: credere nella vita e nell'amore. Amarsi è bello, amarsi è possibile, amarsi ha senso perché c'è l'amore, perché l'amore è presente nella nostra vita prima della nostra coppia e del nostro incontro. Questo è il primo passo, la prima scoperta, a cui può seguire quella che l'amore ha un volto di Padre.
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