La creazione della festa liturgica di Santa Maria Maddalena ha un importante significato simbolico, soprattutto se si pensa al grande processo di "riduzione" subito dalla figura di questa donna cristiana nel corso dei secoli. Per documentarsi e rendersene conto, sarebbe importante leggere dare spazio a un libro che purtroppo ha avuto scarsa diffusione: Marinella Perroni - Cristina Simonelli, "Maria di Magdala. Una genealogia apostolica" (Aracne) che presenterò prossimamente anche su "Jesus". L'Osservartore Romano pubblica, invece, un articolo di LUCETTA SCARAFFIA che qui riporto.
Da quasi duemila anni era sotto gli occhi di tutti la presenza decisiva davanti al sepolcro vuoto di Maria Maddalena, la prima a dare la buona notizia della resurrezione: proprio lei, una donna. Nessuno però sembrava essersene accorto veramente. Nei secoli si sono persino formate storielle misogine, come quella che Gesù fosse apparso innanzi tutto a una donna perché le donne chiacchierano di più e così la notizia si sarebbe diffusa più in fretta. Inoltre, alcuni autorevoli commentatori si erano domandati come mai il risorto avesse trascurato sua madre, giungendo perfino a immaginare un’apparizione a Maria prima dell’incontro con la Maddalena, in modo da ristabilire una gerarchia che si considerava alterata.
Su Maria di Magdala, proprio per la sua evidente vicinanza con Gesù, erano sorte addirittura voci inquietanti, tanto da farla diventare simbolo della trasgressione sessuale, rilanciato da leggende tenaci, vive ancora oggi: molti ricordano la Maddalena del film di Martin Scorsese L’ultima tentazione di Cristo, e certo molti di più hanno letto Il codice da Vinci, best seller fondato proprio sul presunto segreto del matrimonio fra lei e Gesù.
Del resto Maddalena è l’unica protagonista importante della storia sacra a essere stata rappresentata nell’iconografia un po’ discinta, e quasi sempre con i capelli rossi, a lungo ritenuti segno di disordine sessuale. In sostanza, anche se veniva considerata una santa, era raffigurata quasi come simbolo opposto all’immagine verginale di Maria, vestita di bianco e di azzurro. Tanto che fra le femministe degli anni Settanta cominciò a diffondersi l’uso di chiamare Maddalena le loro figlie, come segno di ribellione alla tradizione religiosa. Più lungimirante è stata invece la tradizione popolare, che ha immaginato un suo viaggio per mare fino alle coste meridionali della Francia: per evangelizzare, proprio come gli altri apostoli, una parte del mondo allora conosciuto.
Tanto è stata lunga e difficile la strada che ha portato all’accettazione della verità, una verità semplice ma espressiva di un messaggio che molti non volevano ascoltare: e cioè che per Gesù le donne erano uguali agli uomini dal punto di vista spirituale, avevano lo stesso valore e le stesse capacità. Per questo era così difficile ammettere che Maddalena era un’apostola, la prima fra gli apostoli a cui si è manifestato il Signore risorto. Per questo proprio da lei, cioè dalla restituzione del posto che le spetta nella tradizione cristiana, può finalmente partire il riconoscimento del ruolo delle donne nella Chiesa. Papa Francesco l’ha capito chiaramente, e ha avviato in questo modo un processo che non si potrà più fermare.
Colpisce che la data del documento sia quella del giorno in cui si festeggia il Sacro Cuore di Gesù: una devozione diffusa da una donna, Margherita Maria Alacoque, e rilanciata con passione da tante sante ottocentesche, come Francesca Cabrini. Altre conferme, queste, che le donne nella Chiesa ci sono sempre state, hanno svolto ruoli importanti e contribuito alla costruzione della tradizione cristiana.
Grazie allora a Papa Francesco da parte di tutte le donne cristiane del mondo, perché con la creazione della nuova festa di santa Maria Maddalena rende loro merito.
Commenti