La mia foto

Seguimi su Facebook

Contatore

Altre vie

  • Fine Settimana
    Rassegna stampa sulle questioni religiose curata dall'associazione "G. Giacomini" di Pallanza.
  • Vino Nuovo
    Blog collettivo di giornalisti cattolici.
  • Viandanti
    Una voce laicale dell'opinione pubblica nella Chiesa, con una presa di parola libera e pubblica.
  • il Sismografo
    Raccolta di links in 5 lingue su notizie della Chiesa Cattolica, Ecumenismo e Dialogo interreligioso.

« L'albero dell'universo e della vita | Principale | I capi religiosi di Gerusalemme alla sinagoga colpita dall'attentato »

19/11/14

Commenti

Pierluigi

La mia convinzione è esattamente l’opposto, modificando leggermente i termini del filo logico: la nostra percezione del “male” è la prova che esiste una realtà che trascende l’universo fisico. Il ragionamento è questo: possiamo dividere il male in due classi che in parte si sovrappongono: 1) male “naturale”, che possiamo a sua volta classificare in 1A) male causato da catastrofi fisiche (terremoti ecc.) e 1B) da cause biologiche (malformazioni, malattie, ecc.), e poi 2) male causato da azioni umane.
La prima classe di mali, per chi ci vede come espressione del determinismo fisico o (se va bene) del caso, è un elemento evolutivo assolutamente necessario, senza il quale è scientificamente certo che non saremmo qui a porci queste domande. L’evoluzione dell’universo, del sistema solare, della terra, con tutti gli ingredienti catastrofici passati, presenti e futuri, è un prerequisito all’evoluzione della vita.
La vita a sua volta, per evolvere dai primi proto-organismi fino a noi, ha necessitato di logiche di competizione e cooperazione, i cui aspetti inscindibili dalla continua evoluzione verso l’homo sapiens sapiens sono state malformazioni e malattie; grazie alla scienza abbiamo la possibilità di renderle sempre meno dolorose e letali.
Il male generato dall’uomo, per chi ci vede come semplice espressione fisica di questa evoluzione, deve essere catalogato anch’esso nella prima categoria, dato che per definizione, senza trascendenza tutto ciò che è NELL’universo è DELL’universo. Se non esiste Dio, non può esistere libertà in nessun luogo, tutto è Caso o Necessità. Infatti gli atei scientificamente e filosoficamente più attenti non dibattono più sull’esistenza di Dio, ma del libero arbitrio, e quasi unanimemente decidono che non esiste la libertà (non ci sono i “volitoni” nello zoo delle particelle) e i più coerenti verificano anche che non esiste la coscienza, in sostanza non esiste l’Io. Per chi invece crede nella libertà, e quindi nella responsabilità, dell’uomo (che è appunto l’unico animale sicuramente capace di malvagità), l’unica spiegazione razionale al fatto che percepiamo il male è proprio perché noi siamo NEL mondo ma non siamo DEL mondo: in noi c’è una scintilla di trascendenza che proviene da Dio.

I commenti per questa nota sono chiusi.

Twitter

Mi piace

I miei libri

I miei e-book

Blog powered by Typepad
Iscritto da 12/2006