Che cosa sta succedendo in Vaticano? Le notizie e le voci, grazie alla rete, si susseguono come mai prima d'ora. Danno l'impressione di una situazione in movimento, un vero e proprio conclave informale che è già iniziato. Se nel 2005, i sostenitori di Ratzinger avevano preparato il terreno per la sua elezione, presentandolo come il successore naturale di Giovanni Paolo II, con un ruolo decisivo da parte della curia, oggi il quadro sembra più fluido e frammentato. Si sa che negli ambienti curiali le divisioni si sono approfondite e altri protagonisti stanno emergendo.
Provo a riassumere alcuni fatti.
Da più parti sono venute richieste di prendere tempo per confrontarsi e saperne di più anche sugli scandali veri o presunti. La data d'inizio del conclave non è stata ancora fissata per l'assenza di alcuni elettori, che molti ritengono una scelta "strategica" per consentire un prolungamento. I tempi brevi favorirebbero, invece, le candidature precostituite.
Gli statunitensi sono al centro dell'attenzione per il loro stile comunicativo (più organizzato, dinamico ed estroverso) e la capacità di fare squadra. Basti pensare a come hanno fatto quadrato attorno a Mahony. Non hanno voluto perdere pezzi, perché hanno più peso che in passato nella chiesa cattolica e sono determinati a farlo valere. Non ha caso sono tra coloro che con più decisione hanno chiesto tempo.
La loro immediatezza comunicativa può essere un fattore positivo, in una realtà ecclesiale dove le verità nascoste sono un fattore che sta penalizzando l'immagine della chiesa. C'è da chiedersi se la linea di "guerra culturale" sui temi etici che tra loro ha prevalso nei confronti di Obama dia visibilità, ma alla fine si traduca in un isolamento del cattolicesimo.
Molti cardinali stanno facendo sentire la loro voce in pubblico. Segnalo oggi l'intervista a Schonborn sul Corriere e quella a Walter Kasper su Repubblica. Quasi tutti chiedono riforme e cambiamenti, a cominciare dalla curia, anche persone di estrazione conservatrice. I più moderati nello stile e nei modi di fare, ma qualcuno anche nei contenuti. Segno che si coglie un clima di cui tenere conto. Bisogna capire chi lo fa per immagine e chi invece farebbe seguire i fatti alle parole. L'australiano Pell è uno dei pochi che dichiara di volere semplicemente un comandante in capo con le idee chiare che prende decisioni.
Anche alcuni dei papabili più accreditati intervengono. Lo fa molto Ravasi, si sono espressi Erdo e da ultimo anche Ouellet con un intervista. Più silenti i due candidati su cui sembrano convergere le manovre di ambienti di curia, Odilo Pedro Scherer e Angelo Scola. Una tradizionale regola non scritta afferma che i favoriti non devono esporsi, ma in un contesto così insolito potrebbe non essere vantaggioso.
Queste sono annotazioni ricavate dalle cronache, perché un conclave è fatto innanzi tutto di uomini con le loro relazioni. Lo Spirito Santo interviene in chi gli dà spazio nella propria interiorità. Lasciarsi orientare dal Vangelo per purificare il proprio sguardo sulla chiesa e sul mondo, al di là delle proprie idee: questa dovrebbe essere la dimensione più importante.
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