Dieci motivi per cui il conclave 2013 potrebbe essere diverso da tutti gli altri. Sono stati elencati da John L. Allen sul National Catholic Reporter.
1. Rinuncia, non morte. Il passo di Benedetto XVI ha portato alla fine del suo papato senza il carico emozionale della morte del pontefice, evidentissimo nel caso di Giovanni Paolo II. Questo lascia più liberi i cardinali di esprimere valutazioni anche di discontinuità.
2. Non c'è un favorito. Manca una figura che possa essere un chiaro punto di riferimento per un gruppo consistente di cardinali, come avvenne per Ratzinger a motivo della sua storia ecclesiale e della sua vicinanza al papa precedente.
3. Il fattore sorpresa. "Questo papa vi sorprenderà", disse Martini all'indomani dell'elezione di Benedetto XVI. E così è stato! Un inedito come la rinuncia può avere un effetto psicologico non prevedibile che smuove attitudini e posizioni consolidate.
4. I veterani. Nel 2005, solo Ratzinger e lo statunitense William Baum avevano partecipato ai conclavi del 1978. Per tutti gli altri era la prima volta. Oggi, sono 48 i cardinali al loro secondo conclave. Questo aspetto potrebbe rendere meno facile la ricerca di un leader su cui convergere.
5. Il tempo trascorso. Dalla morte di Giovanni Paolo II all'inizio del conclave 2005 i cardinali ebbero 16 giorni per riflettere e confrontarsi privatamente. L'intervallo stavolta sarà inevitabilmente più lungo, dal momento che i cardinali sanno di dover entrare in conclave già dall'11 febbraio.
6. L'effetto scandalo. I contraccolpi dei casi pedofilia, Vatileaks, Ior e via dicendo continuano a farsi sentire e non potranno non pesare nell'orientamento di voto. Sono tutte questioni che richiedono da parte del nuovo papa di schierarsi e prendere delle decisioni.
7. Il "dimagrimento" dei pezzi grossi. Alcune personalità importanti della curia, pur con le loro reti di relazioni, in questo conclave peseranno di meno per l'età e per le vicende in cui sono stati coinvolti. E' il caso di Sodano e Bertone, per esempio.
8. La maggioranza obbligatoria dei due terzi. Questa norma è stata pienamente ripristinata da Benedetto XVI, escludendo ogni altra eventualità. Essa implica un candidato che sappia essere una personalità di sintesi e tenere conto di istanze diverse. Difficile che un blocco possa imporre un "proprio" candidato e potrebbero emergere figure al momento considerate di secondo piano.
9. Gli esercizi spirituali. Non si erano mai tenuti con un papa "in scadenza" e hanno garantito una grande visibilità alla persona di Gianfranco Ravasi.
10. Il ruolo dei social media. Siamo in un nuovo universo comunicativo in cui anche molti cardinali sono coinvolti, esponendosi a voci, riflessioni, opinioni che in passato non li raggiungevano e che potrebbero influenzare in qualche modo le loro scelte.
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