Ho appreso ieri della morte di Giosuè Boesch, pastore protestante, orafo, eremita - figura di profondità, essenzialità, riconciliazione -, il cui cammino ha incrociato quello di Camaldoli e della fraternità di Romena. Sul sito di quest'ultimo è presente un suo ricordo che lo presenta come il "fratello dello stupore".
Riporto due sue brani, pubblicati anni fa in un libro di Mariapia Bonanate.
Egli non ha fondato Chiese. Lo abbiamo fatto noi. E adesso dobbiamo assumercene la responsabilità. Egli ha solo acceso un fuoco e desiderava che bruciasse come il roveto, che arde ma non si consuma. Che dà chiarore e calore per coloro che vagano nel deserto e hanno freddo. Ma forse, allora, quando ci aveva detto queste cose, non eravamo ancora maturi per questo esodo, per questa libertà. Ci abbiamo costruito sopra delle istituzioni, per poter camminare sicuri e avere delle garanzie. Sembrava che non si potesse andare avanti altrimenti. E infatti è andata così, per duemila anni, in modo pesante, faticoso, addirittura sanguinario. E Lui? Lui ci ha detto: "Io sono colui che sarò. Non quello che pensate voi, quello che mettereste volentieri in cima alle vostre gerarchie. Voglio solo accompagnarvi, condividendo il vostro dolore. Voglio camminare al vostro fianco attraverso l'acqua e il guoco, finché non arriverete alla meta, maturi e adulti". Ci siamo forse arrivati, dopo essere stati accompagnati per duemila anni? Siamo più che mai vulnerabili. Ci sentiamo sfuggire di mano tutto quello che ci sembrava saldo, sicuro, eterno, e che ora s'infrange tra le lacrime.
Ma questa constatazione non sfociava nel pessimismo e nella rassegnazione.
Sai perché oggi abbiamo tanta paura? Perché pensiamo che Gesù sia un'eccezione, lui che faceva miracoli. Ma i miracoli di Cristo nascevano dalla sua totale fiducia in Dio e anche noi, se abbiamo questa fede senza riserve, possiamo dimostrarci questo, che lui non era un'eccezione, che noi possiamo essere come lui, se amimo, condividiamo, speriamo come lui ci ha insegnato. E' un invito che regala una felicità infinita e cambia le nostre lacrime di dolore in lacrime di gioia.
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