C’è una ragione delle idee e un intelletto dei sentimenti. C’è l’ esprit de geometrie, diceva Pascal, e l’esprit du coeur. La spiritualità è dinamismo del cuore. Nella spiritualità noi ci volgiamo là dove sperimentiamo lo Spirito di Dio. Per lungo tempo ha dominato una spiritualità dell’anima e dell’uomo interiore. Il poeta mistico evangelico Gerhard Tersteegen scrisse:
«Chiudi le porte dei tuoi sensi
e cerca Dio dentro, in profondità».
Essa, però, può anche diventare una spiritualità dei sensi, se lo Spirito Santo viene sperimentato nella natura della terra come avviene nella mistica cosmica di Ildegarda di Bingen e nel Canto delle creature di Francesco d’Assisi. Allora non si deve «rientrare» nel proprio intimo, ma viceversa uscire da se stessi e sperimentare con tutti i sensi il mondo esteriore. Ci si deve gettare tra le braccia della vita. Questa mistica cosmica si muove invero, da Agostino in poi, in senso contrario alla spiritualità occidentale, ma essa è oggi interpellata per un futuro ecologico degli uomini e della terra 24.
I sensi del nostro corpo ci uniscono al mondo. Non si deve solo usarli per poter vivere e lavorare, si deve anche averne cura, plasmarli e coltivarli con rispetto della vita e della presenza del Dio vivente.
In realtà con i nostri occhi vediamo le cose del mondo, ma non abbiamo imparato a guardare. Solo se rimaniamo in silenzio e guardiamo, percepiamo la bellezza di un albero o l’essenza di un fiore. Solo se guardiamo e ci lasciamo impressionare dall’altro che ci sta di fronte, amiamo le cose e le persone per loro stesse.
Ascoltiamo con i nostri orecchi rumori del mondo esterno, udiamo il chiasso, le voci, la musica. Ma abbiamo forse imparato ad ascoltare, ossia l’ascolto disinteressato dell’altro, del nuovo? L’ebraismo e il cristianesimo sono religioni dell’ascolto: «Ascolta, Israele…», così inizia lo She’ma Israel, e Maria «ascoltava» la voce dell’angelo e prese a cuore le sue parole. Non c’è solo un ascolto con gli orecchi, ma anche un «ascoltare col cuore». Questo è un ascolto profondo con tutto il corpo. Poi ad uno va, come si dice, «in fondo all’anima».
Dio respira attraverso tutta la creazione. Se il suo Spirito di vita ci afferra, risveglia in noi un amore inimmaginato per la vita e i nostri sensi si destano:
«Con la tua luce illumina i sensi,
infondi l'amore nei nostri cuori»,
si canta nell’inno di Pentecoste, di Rabano Mauro.
Dalla lectio magistralis di Jurgen Moltmann a Piacenza teologia 2012: "Il futuro ecologico della teologia cristiana".
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