Gli amici che seguono con regolarità quanto vado scrivendo su questo blog, avranno notato che in questo ultimo periodo ho fatto cenno spesso alle problematiche legate all'immigrazione. Questo perché ritengo che si tratti di un "caso serio" per la qualità della nostra politica, ma anche della fede cristiana.
La domenica di Pasqua partecipavo alla messa nella mia parrocchia e don Luciano ha iniziato l'omelia soffermandosi sul nostro bisogno di risurrezione per liberarci dall'aria incattivita che respiriamo a cominciare dall'atteggiamento verso gli stranieri. C'è stato chi, in mezzo all'assemblea, ha storto il naso.
So che a questo punto le mie parole sono già state da qualcuno incasellate nella dicotomia destra-sinistra che è divenuto lo schema di pensiero dominante. Ed è uno dei motivi per cui l'Italia sta subendo un imbarbarimento. Si possono avere visioni diverse sulle politiche migratorie, ma sugli stranieri come persone no. Nessuna appartanenza politica giustifica il disprezzo e l'odio verso qualcuno, né umanamente né cristianamente parlando. E' una cosa che dovrebbe andare oltre la destra e la sinistra.
Eppure, oggi il disprezzo e l'odio sono stati sdoganati, sono tranquillamente esibiti nel discorso pubblico come se fosse la normalità. E ci sono politici che si dicono vicini alla Chiesa cattolica che accettano questi discorsi o mantengono un silenzio che diventa complice per interessi di partito.
Tutto questo ha molto a che fare con la Pasqua. Non è solo il sepolcro di Gesù a essere chiuso da una pietra. E' anche il nostro cuore. Il nostro cuore è chiuso da una pietra, quando è indurito e il nostro spirito bloccato (Mc 6,52;8,17;Gv12,40;Ef 4,18). E' insensato e tardo a credere (Lc 24,25), ottenebrato (Rm 1,21). Tutto questo avviene quando disprezziamo e odiamo qualcuno, a maggior ragione se ciò avviene per la sua origine. E di fronte a questo non conta niente quanto frequentiamo la chiesa o quanto osanniamo il papa.
Ma forse ancora peggio è il sentirsi esenti. Ci sono indurimenti del cuore più sottili, meno evidenti, ma altrettanto gravi e reali che toccano la quotidianità. Non è questione di opinioni politicamente corrette...
E' Pasqua quando scopriamo che la pietra è rotolata dentro di noi (cf. Mt 28,2), ma non per opera nostra.
"La vita nuova - scrive Andrè Louf - sgorga in noi come acqua e di colpo riempie in modo traboccante lo spazio che il silenzio ha liberato. (...) Pregare è essere il letto di un fiume, scrive una poetessa fiamminga. Colui che ha scavato in sé questo vuoto è anche riempito dall'esperienza interiore dello Spirito. Nel suo cuore salgono le acque del silenzio, le acque di Siloe che scorrono soltanto nella pace (Is 8,16), la sorgente che zampilla per la vita eterna (Gv 4,14)".
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