Ogni matrimonio è un matrimonio regale, dove lo sposo e la sposa sono il re e la regina della creazione, iniziando una nuova vita insieme così che la vita attraverso di loro scorra verso il futuro.
(Richard Chartres, vescovo anglicano di Londra, al matrimonio di William d'Inghilterra e Catherine Middleton)
La nostra società mediatica è affamata di eventi, soprattutto di eventi scintillanti, dove a rilucere sono il prestigio, la fama, la ricchezza. Si vuole forse sottoporre alla gente qualcosa che riscatti una realtà quotidiana che i più vivono come opaca, somministrando una sorta di anestetico.
Bene ha fatto, allora, il vescovo Chartres a "relativizzare" in un certo senso il grande spettacolo che ha occupato la scena in questi giorni. La popolarità non renderà più facile o felice questo matrimonio, come non lo ha fatto per i genitori dello sposo.
Oggi, i re e i principi non rappresentano più quel che rappresentavano un tempo. Ci sono altri sovrani, quelli che sono resi tali dalla celebrità. E sembra che nella vita conti solo questo. Quanti ragazzi desiderano spasmodicamente il loro quarto d'ora di celebrità, come se fosse una ragione di vita.
C'è un senso del matrimonio, di ogni matrimonio e di ogni vita umana, che va ben al di là di ogni clamore mediatico.
Che cosa rende la nostra esistenza bella, buona e felice?
Se sarete ciò che Dio vuole da voi, porterete il fuoco nel mondo intero.
E' una frase di santa Caterina da Siena che il vescovo Chartres ha ricordato nell'omelia ed è stata utilizzata anche da Giovanni Paolo II in una GMG rivolgendosi ai giovani.
L'essere umano non è un nomade dell'esistenza, spaesato e senza casa. E' homo viator, in cammino verso un destino alto. Sono le sirene della società dei consumi che contano solo fama e ricchezza, mentre il resto è mediocrità.
C'è un nome nascosto, quello del nostro vero, che non conosciamo ancora e che è veramente regale, il nome di chi spende la sua vita nel segno dell'autentico amorev e non dell'apparenza.
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