Continua la stagione degli intrighi cattolici aperta dal caso Boffo-Feltri.
L'Ordine dei giornalisti ha condannato in primo grado il direttore de il Giornale, Vittorio Feltri, per le false accuse che hanno portato alle dimissioni del direttore di Avvenire, Dino Boffo.
In proposito, si è espresso con tempestività Roberto Formigoni:
''Una barbarie contro la liberta' di stampa''.
Dopo aver espresso ''piena solidarieta' a Vittorio Feltri'', Formigoni punta il dito contro quello che definisce ''un gesto di pura intimidazione'', a suo giudizio messo a punto ''per scoraggiare tutte le voci scomode e mandare un segnale ai giornalisti che ogni giorno raccontano il Paese, i suoi vizi e le sue virtu', ma si macchiano del terribile peccato di non essere antiberlusconiani. Chi sgarra - insiste il governatore lombardo - viene messo nel mirino di censori, pubblici ministeri e assemblee di redazione strumentalizzate, con l'unico risultato che, mentre il mondo dell'editoria mondiale sta cambiando radicalmente, troppi media italiani perdono tempo in una caccia alle streghe a senso unico''.
E oggi, il nuovo direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, replica così:
"Ieri però sulla bocca di Feltri sono tornate sconcezze e oscene allusioni, anche contro la Chiesa. E questo è di una gravità intollerabile. Eppure Feltri dovrebbe averlo capito: il tempo è un giudice morale inesorabile, esalta i galantuomini ed è inflessibile con gli spacciatori di fango e di menzogne.
Peccato per gli uomini politici e di governo che ieri sono stati così avventati da tenere bordone al direttore del Giornale, finendo per difendere la sua pretesa di impunità e dimenticando che, in questa storia, l’unica vittima è stato Boffo. L’Ordine dei giornalisti milanesi avrebbe forse potuto evitare di sentenziare su un caso così emblematico alla vigilia di una consultazione elettorale, ma certo nessuno può dire che questo giudizio sia arrivato troppo presto. E nessuno, soprattutto, dovrebbe essere così fazioso e cieco da non inchinarsi di fronte alla verità".
L'osservazione che mi viene da fare d'istinto è che questo intreccio di intrighi e giochi di potere ha ben poco a che fare con il Vangelo e la fede cristiana, soprattutto in un momento delicato per la Chiesa cattolica. E' un segno che c'è troppa compromissione con queste realtà, che la comunità cristiana italiana ha bisogno di una radicale revisione di vita per quel che riguarda la sua presenza nella società e nella politica. E anche per quel che riguarda le persone che questa presenza intendono attuare. Qual è lo stile che si segue? Quali sono gli obiettivi che ci si pone? Possiamo dire di essere sul versante di Gesù Cristo, in coscienza?.
Comunque la si pensi, queste situazioni ci sono e non si può fare finta che non esistano. E allora, bisogna almeno provare a capire.
Per prima cosa, mi viene da dire, dietro al caso Boffo si può ipotizzare che ci sia una pista CL - Pdl. Altrimenti, come spiegare che Formigoni sia intervenuto con tale durezza, senza neanche un accenno a Boffo? Per di più, dichiarazioni dello stesso tono sono state subito pronunciate anche da Maurizio Lupi, l'altro grande astro della politica di area CL.
Questo episodio pare dimostrare che la rete di interessi e relazioni costruita sotto la regia ruiniana per creare un fronte cattolico vicino al centro-destra non tiene più. L'idea era quella di garantire una forte presenza istituzionale della Chiesa cattolica nella società e nella politica italiana attorno ad alcuni temi portati avanti dalla maggioranza. A quanto pare, le lotte di potere hanno fatto cadere questa costruzione.
Recentemente sono stati fatti dei tentativi per recuperare quel progetto, favoriti anche dalla candidatura di Emma Bonino che ha creato allarme in molti ambienti ecclesiali: ne sono un esempio la cena Berlusconi-Ruini del 10 gennaio, gli elogi pubblici del Presidente del Consiglio alla lettera del Papa ai vescovi irlandesi a una settimana dal voto, i toni della prolusione di Bagnasco che presentavano la questione della vita nascente come prioritaria per la scadenza elettorale (tenendo conto che sono stati ignorati altri passaggi, più scomodi per il centro destra, e che ci sono stati dei successivi aggiustamenti di tiro).
La luna di miele degli anni precedenti, però, sembra che sia proprio finita. Non ricordavo una presa di posizione così netta del quotidiano dei vescovi contro esponenti cattolici di primo piano come Formigoni e Lupi, pur senza nominarli esplicitamente, per di più alla vigilia di un'elezione.
E' come se un blocco che ha fortemente condizionato la Chiesa italiana si stesse incrinando.