Un articolo di Luca Liverani, pubblicato da Avvenire, riporta alcuni dati sull'immigrazione. L'argomento e il rapporto tra immigrazione e criminalità, rispetto al quale ci sono convinzioni spesso infondate che in anni recenti hanno alimentato un modo di pensare all'insegna dell'ostilità, della diffidenza e della chiusura che si è insediato anche nelle scelte politiche.
Immigrato uguale delinquente. Non sempre, ma spesso. Perché l'arrivo di tanti stranieri avrebbe fatto schizzare il numero dei reati. Ma è proprio così? Numeri alla mano, lo staff scientifico del Dossier immigrazione Caritas- Migrantes, in collaborazione con l'agenzia Redattore sociale, dimostra l'inconsistenza di un approccio frutto di approssimazione, luoghi comuni, se non di precise strategie politico- mediatiche. Lo studio su La criminalità degli immigrati: dati, interpretazioni e pregiudizi parte dal risultato di molte indagini sociologiche: per 6 italiani su 10 gli immigrati hanno provocato un aumento del tasso di criminalità, tra loro 5 o 6 volte più alto di quello degli italiani.
Falso, afferma la ricerca. Il tasso di criminalità degli immigrati regolari è sì più alto di quello degli italiani, ma bisogna considerare le condizioni sociali e normative sfavorevoli. Il tasso di criminalità – il rapporto tra denunce contro autori noti e il totale della popolazione – per gli italiani è dello 0,75%, per gli immigrati regolarmente soggiornanti è 1,24%. Non il quintuplo, dunque. Un dato che si riduce analizzandolo per fasce di età. Gli immigrati sono infatti una popolazione molto giovane. Il 95,5% delle condanne a stranieri è nella fascia 18- 44 anni, mentre i condannati italiani 'coetanei' sono il 78,6%. Nella fascia 45- 64 delinquono invece di più gli italiani: il 17,9%, tra gli stranieri il 5,3%. « Se anche tra gli italiani i giovani di 18-44 anni fossero il 92,5% del totale – afferma la ricerca – le denunce per questa fascia aumenterebbero di più di 200 mila unità. La popolazione italiana avrebbe un tasso di criminalità dell' 1,02%, vicino all' 1,24% dei regolari » .
Obiezione: ma sono gli irregolari e i clandestini i veri delinquenti. La ricerca ha una risposta anche per questo. Prima una premessa è lessicale. Chi non ha le carte in regola per il 64% è irregolare, cioè titolare di un permesso scaduto, gli overstayers. Il 23% è entrato clandestinamente via terra, solo il 13% via mare. E la portavoce dell'Acnur Laura Boldrini invita a non generalizzare nemmeno tra questi ultimi, definendoli «clandestini» , visto che il 75% degli sbarcati fa richiesta di asilo, accolta nella metà dei casi. Senza dimenticare, afferma la Caritas, che 2 dei 4 milioni di immigrati regolari, ieri erano irregolari, emersi grazie alle sanatorie. In effetti però tra le persone denunciate circa il 75% sono irregolari. Molti sono criminali veri, molti però finiscono nelle statistiche ( 550.590 reati nel 2005) proprio per infrazioni alla legge sull'immigrazione ( 21.996), o reati minori come la riproduzione di cd e film ( 5.294).
«La mobilità degli immigrati – spiega l'avvocato Lucio Barletta – fa sì che a volte non vengono informati di procedimenti penali. Così non possono concordare riti abbreviati o patteggiamenti. La precarietà alloggiativa poi non permette alternative domiciliari al carcere». Infine: l'andamento delle denunce è stabile dal 1991, primo anno dell'era immigrazione. Ma se gli stranieri sono raddoppiati tra 2001 e 2005, le denunce nei loro confronti sono salite del 45,9%.
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