Dalle parti del Vaticano le questioni legate all'identità sessuale continuano ad essere al centro (ma non è troppo?) dell'attenzione. Mi riferisco al discorso di Benedetto XVI pronunciato ieri davanti ai membri della Curia Romana per gli auguri di Natale.
Un passaggio è stato ripreso da innumerevoli mezzi di comunicazione:
Poiché la fede nel Creatore è una parte essenziale del Credo cristiano, la Chiesa non può e non deve limitarsi a trasmettere ai suoi fedeli soltanto il messaggio della salvezza. Essa ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico. E facendolo deve difendere non solo la terra, l’acqua e l’aria come doni della creazione appartenenti a tutti. Deve proteggere anche l’uomo contro la distruzione di se stesso. È necessario che ci sia qualcosa come una ecologia dell’uomo, intesa nel senso giusto. Non è una metafisica superata, se la Chiesa parla della natura dell’essere umano come uomo e donna e chiede che quest’ordine della creazione venga rispettato. Qui si tratta di fatto della fede nel Creatore e dell’ascolto del linguaggio della creazione, il cui disprezzo sarebbe un’autodistruzione dell’uomo e quindi una distruzione dell’opera stessa di Dio. Ciò che spesso viene espresso ed inteso con il termine “gender”, si risolve in definitiva nella autoemancipazione dell’uomo dal creato e dal Creatore. L’uomo vuole farsi da solo e disporre sempre ed esclusivamente da solo ciò che lo riguarda. Ma in questo modo vive contro la verità, vive contro lo Spirito creatore. Le foreste tropicali meritano, sì, la nostra protezione, ma non la merita meno l’uomo come creatura, nella quale è iscritto un messaggio che non significa contraddizione della nostra libertà, ma la sua condizione. Grandi teologi della Scolastica hanno qualificato il matrimonio, cioè il legame per tutta la vita tra uomo e donna, come sacramento della creazione, che lo stesso Creatore ha istituito e che Cristo – senza modificare il messaggio della creazione – ha poi accolto nella storia della sua alleanza con gli uomini. Fa parte dell’annuncio che la Chiesa deve recare la testimonianza in favore dello Spirito creatore presente nella natura nel suo insieme e in special modo nella natura dell’uomo, creato ad immagine di Dio. Partendo da questa prospettiva occorrerebbe rileggere l’Enciclica Humanae vitae: l’intenzione di Papa Paolo VI era di difendere l’amore contro la sessualità come consumo, il futuro contro la pretesa esclusiva del presente e la natura dell’uomo contro la sua manipolazione.
Questo passaggio mi sembra confermare in pieno quanto già scrivevo nel post Omosessualità: Vaticano per la depenalizzazione sulla problematicità del concetto di identità per la teologia e per il magistero cattolico.
Senza ripetere quanto avevo già scritto, aggiungo semplicemente che considerare il concetto di genere come una forma di autodistruzione dell'uomo che vuole farsi da sé mi sembra un'estremizzazione non corretta. E' vero che ci sono antropologie che vanno in questa direzione, ma non ritengo esatto affermare che ogni riflessione che slega il genere da una natura fissa e definita, iscritta una volta per sempre nella carne e nella psiche della persona, sia aprire una porta al nichilismo. Sarebbe l'equivalente dell'affermare che ogni religione è necessariamente destinata al fondamentalismo.
Non si possono ignorare anni e anni di ricerche sociologiche, antropologiche e psicologiche che dimostrano come la determinazione dell'identità sessuale, almeno in parte, sia dovuta al ruolo della cultura e non sia solo manifestazione di una ratio già scritta nel libro della natura.
Cito solo le considerazioni di teologi di sicura ortodossia a proposito del rapporto tra natura e cultura:
Prescindendo dalla questione della determinazione del concetto filosofico di ciò che sia naturale e di ciò che non lo sia, è fuor di dubbio che la cultura influisca sulla natura più di quanto la natura non influisca sulla cultura.
(...)
Possiamo affermare addirittura che, in qualche modo, sia la stessa cultura che crea il concetto di natura, per cui ciò che è ritenuto naturale in Occidente non è ritenuto naturale in Africa o in Cina.
(...)
La chiara conclusione che si ricava da questo mito [quello di Prometeo] è precisamente che l'uomo, a differenza degli altri animali, non ha un'identità compiuta.
Ignazio Sanna, L'identità aperta. Il cristiano e la questione antropologica, Queriniana 2006, pp. 156-158.
Tra natura e cultura sussiste un rapporto di positiva correlazione. Il desiderio costitutivo dell'essere umano - in tal senso naturale - viene a parola, e dunque alla coscienza, unicamente attraverso le forme che assume l'esperienza effettiva; viene quindi a parola attraverso le forme della tradizione culturale, le quali sole rendono possibile una tale esperienza.
Giuseppe Angelini, La legge naturale e il ripensamento dell'antropologia, in AA.VV., La legge naturale, Glossa 2007, pp. 203-204.
Sono stralci necessariamente parziali e decontestualizzati, ma mi sembra rendano l'idea che si tratti di temi che non possono essere liquidati semplicisticamente e che richiedono, anche all'interno della Chiesa, un confronto aperto e sereno.
Il ragionamento di Ratzinger non fa una grinza: guai ad andare contro Natura, si offende Dio e si porta l'umanità alla distruzione. Peccato che ad andare contro Natura sia lui ! Lui infatti afferma che l'uomo è uomo e la donna e donna e che Dio non prevede vie di mezzo. Eh, già ! Come tutti sappiamo, la Natura passa dal giorno alla notte senza tramonti o albe: succede tutto con il famoso click istantaneo del Grande Interruttore Astrale. Immaginarsi la catastrofe galattica di un mondo (orrore !) in cui la notte è anche un pò giorno e il giorno è anche un pò notte. La Luna ? Bè, certo, lì non c'è l'atmosfera che diluisca la luce, ma porca miseria, sulla linea di confine fra luce e ombra, un pò di dispersione luminosa c'è lo stesso. Vuoi vedere che siamo peccatori per colpa dell'esistenza dell'amosfera ? Che invidia per i lunatici, che non ce l'hanno ! Loro sì che sono uomini/uomini e donne/donne ! Adesso mi vengono dei dubbi:
vuoi vedere che è Male il matrimonio interrazziale ? Se bianchi e neri
si sposano, non viene fuori nè un bianco nè un nero, così come aveva
predisposto Dio, vengono fuori dei meticci. Orrore per l'umanità, forse
direbbe il Papa. Ma Ratzinger va contro Natura anche perchè 1) non procrea 2)prende l'aereo (Dio mica gli ha dato le ali, no ?) 3) se sta male va dal dottore (se la malattia gliel'ha mandata Dio, come si permette di contrastare la Sua volontà ?) 4) Supponiamo che Eluana stia vivendo da 17 anni una vita di claustrofobia. Il Papa non avrebbe dubbi: che il suo martirio continui così. Ma in quale Dio crede il Papa ? A me pare in un Dio terribile, bizzarro e sadico.
Scritto da: Filippo | 23/12/08 a 23:32
Grazie mille per il commento sul discorso del Papa, cercando una cosa stupida sul internet ho trovato il suo blog e sono rimasto contento perché mi ha permesso di leggere il bellissimo discorso di Benedetto XVI! Io ho 23 anni e ho capito di cosa si trata e cosa è essenziale nell'idea del Papa, ma leggendo il suo comento, mi sembra che Lei dovrebbe rileggere al meno 3 volte un testo prima di comentarlo, al meno così m'insegnavano a me nelle scuole comuniste da dove provengo io! ;)
Scritto da: Martin | 24/12/08 a 09:13
Il papa parla di autodistruzione dell'uomo perchè ha un concetto statico di "uomo" e di "natura", che proviene dalla Scolastica, e di lì non si muove. E' un peccato, perchè è una figura molto influente ed è uno dei pochi che in controtendenza difende l'uomo, prima degli alberi e degli animali. Purtroppo parte da presupposti filosofici oggi insostenibili, e dalla convinzione di possedere un sapere certo e oggettivo che in materia di bioetica nessuna entità divina gli ha mai dato.
Scritto da: Mauro | 24/12/08 a 12:00
grazie peer la bella capacità di analisi.
Nella Chiesa siamo adulti e con una cultura in evoluzione e sviluppo inimmaginabile 100 anni fa.
Sembra che il nostro santo Padre faccia difficoltà a rendersene conto, pur riconoscendogli la l'ottima cultura teologica e il primato petrino, ma gli sconsiglierei di enrare in specifici biologici, sociologici, psicologici, purtroppo, non è il suo campo e non può accampare dogmatismi.
Matteo
Scritto da: matteo | 26/12/08 a 12:24
commentare le espressioni del Sommo Pontefice è da comunisti?
Oh mio Dio!
grazie per la libertà che ci viene riconosciuta.
Martin hai veramente 23 anni e gia' hai capito tutto?
Non ti voglio immaginare a 50 anni!!!
Scritto da: Matteo | 26/12/08 a 12:30
concordo con Christian. Ho già detto la mia sul blog di Accattoli.
Buone feste a tutti!
Scritto da: don Marco | 27/12/08 a 12:38
Ma sbaglio o manca qualcosa in questi commenti? li hai cancellati, Christian?
Scritto da: don Marco | 28/12/08 a 13:47
chiedo scusa per la mia distrazione... era il post precedente...
Scritto da: don Marco | 28/12/08 a 13:49
chiedo scusa per la mia distrazione... era il post precedente...
Scritto da: don Marco | 28/12/08 a 13:50
Ciao.
C'è una tua frase, che trovo piuttosto significatica.
"Ricerche sociologiche, antropologiche e psicologiche che dimostrano come la determinazione dell'identità sessuale, almeno in parte, sia dovuta al ruolo della cultura".
Affermazione che può sostenere sia quello che affermi sia, attenzione, quello che sostengono le diverse religioni.
E' una chiave di lettura a doppio taglio e, mi sembra, più favorevole ai bigotti che non agli altri.
Mi spiego.
Se la cultura è il fattore "principe" che determina l'identità sessuale, è ovvio che un forte ostracismo verso i comportamenti "ambigui" riduca la "diffusione" di tali comportamenti, delle pratiche connesse, delle identità "diverse".
Acqua al mulino del Vaticano & co.
Spero che la biologia dimostri le cause genetiche, che si possa parlare di "terzo" sesso vero e proprio e che, ovviamente, nessuno si sogni, a tal punto, di attuare progetti discriminatori.
La questione "culturale", quella dell'identità sessuale, offre il fianco a diversi attacchi importanti.
Basta pensare, oltre al "paradosso" che ti ho menzionato, al fatto che molte società permettevano ai maschi di sottrarsi alle cerimonie virili, ma a patto che vivessero in tutto e per tutto come donne, rinunciando ad essere guerrieri e cacciatori.
Piuttosto, c'è una cosa che non comprendo: perchè il Vaticano dovrebbe cambiare rotta?
La Chiesa Anglicana, unica ad ammettere i matrimoni gay, sta rischiando lo scisma, dato che le "nuove" norme dettate dall'Arcivescovo di Cantebury sono poco o punto accettate fuori dall'Europa.
Scritto da: demata | 28/12/08 a 19:31
Perchè il vaticano dovrebbe cambiare rotta?
Basta che tutta la Chiesa segua il vangelo.
E' troppo?
Scritto da: matteo | 07/01/09 a 17:03