Che il giornalista Sandro Magister non abbia simpatia per Carlo Maria Martini è noto a chi lo legge.
L'ultimo attacco è stato sul suo blog, parlando del libro del cardinale tradotto di recente, Conversazioni notturne a Gerusalemme. Sul rischio della fede, Mondadori, in cui Martini parla a cuore aperto e che è diventato un best seller.
Sull’ultimo numero dell’Espresso anche Eugenio Scalfari l’ha recensito entusiasticamente. Da ateo qual è, non devoto, ha trovato confortante che “il Figlio dell’Uomo per Martini sia molto più pregnante del Figlio di Dio”.
Ma nonostante questo, anzi, forse proprio per questo, vi sono sacerdoti che ne comprano decine di copie ciascuno, per regalarlo a Natale. Il mensile missionario dei gesuiti italiani, “Popoli“, ha annunciato che lo darà in omaggio a tutti i suoi abbonati. E lo stesso fa “Aggiornamenti Sociali“, la rivista dei gesuiti di Milano diretta da padre Bartolomeo Sorge.
E' un modo di fare che non mi piace, perché non critica apertamente, ma insinua. Insinua che Martini parli più del Figlio dell'uomo dal momento che, tutto sommato, non crede più di tanto nel Figlio di Dio. Per questo, insinua, il libro piace all'ateo Scalfari e per questo le riviste dei gesuiti di Milano lo appoggiano (cripto-atei anche loro, insomma). C'è anche un grosso errore: le riviste non danno il libro in omaggio, ma consentono di acquistarlo a prezzo scontato.
Innanzi tutto, Gesù Figlio di Dio e Gesù Figlio dell'uomo non sono in contrapposizione. Inoltre, il libro di Martini non è un testo di teologia o di catechismo, è una raccolta di conversazioni non sistematica. La tesi insinuata da Magister, però, non è sostenibile alla luce di passaggi brevi, ma significativi, come il seguente:
Con la devozione di suo Figlio, Dio ha vinto il peccato e la morte degli uomini (p. 75).
Se mi posso permettere, Christian, non perdere troppo tempo con Magister. Il suo blog è quanto di meno obiettivo ci possa essere e, se si facesse una statistica lessicale dei contenuti, sta' tranquillo che vi ricorrerebbe 10 volte di più la parola "papa" che non il nome "Gesù": è solo la versione telematica di un bollettino parrocchiale del 1930! Questo lo avrei scritto anche a lui, se non fosse che, guarda strano, il suo blog non ammette i commenti degli utenti, alla faccia del dialogo! Con rinnovata stima per il tuo lavoro
Scritto da: Daniele | 10/12/08 a 15:23