Grande clamore e anche molta confusione attorno alle ultime dichiarazioni vaticane in tema di omosessualità.
Provo a fare un po' di ordine. Mons. Celestino Migliore, osservatore della Santa Sede all'Onu ha risposto alla seguente domanda durante un'intervista:
“Da parte sua la Francia ha intenzione di presentare all’Onu una proposta per chiedere la depenalizzazione dell’omosessualità nel mondo intero a nome dei 25 Paesi dell’Unione Europea. Come reagisce a questa proposta?”
«Tutto ciò che va in favore del rispetto e della tutela delle persone fa parte del nostro patrimonio umano e spirituale. Il Catechismo della Chiesa cattolica, dice, e non da oggi, che nei confronti delle persone omosessuali si deve evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione. Ma qui, la questione è un’altra. Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi, si chiede agli Stati ed ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni. Per esempio, gli Stati che non riconoscono l’unione tra persone dello stesso sesso come “matrimonio” verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni.»
Su un versante c'è chi accusa il Vaticano di non voler prendere posizione contro la criminalizzazione dell'omosessualità (che in alcuni Paesi comporta anche la pena di morte). Sull'altro c'è chi afferma (si veda in un articolo de Il Foglio) che si tratta di una manipolazione delle parole di Migliore, perché il vero senso della proposta sarebbe un altro:
Che cosa è successo? E’ successo che la dichiarazione “per la depenalizzazione universale dell’omosessualità” comprende tredici punti, uno dei quali è la condanna delle esecuzioni e delle torture, assieme a molto altro. C’è, tradotta nel solito gergo delle burocrazie internazionali euro-onusiane, la presa di posizione contro la “discriminazione, l’esclusione, la stigmatizzazione e il pregiudizio” antiomosessuale. Che ciascuno, teme il Vaticano, potrà tradurre come vorrà. In Iran, dove i gay vengono impiccati, nessuno farà una piega. Ma in Svezia, in nome di un’analoga risoluzione approvata in Europa, un sacerdote è stato rinviato a giudizio dopo un’omelia critica nei confronti dell’omosessualità. La dichiarazione che arriverà all’Onu (voluta dal ministro francese dei diritti umani, Rama Yade, e firmata finora da una cinquantina di nazioni, tra cui le ventisette europee) non inciderà dove l’omosessualità è perseguita, mentre i veri destinatari del documento diventeranno i paesi dove atti persecutori potranno essere considerati, di volta in volta, l’ostacolo alle adozioni o il mancato riconoscimento delle nozze per le coppie gay.
Ma se nella dichiarazione ci fosse stata la semplice condanna delle persecuzioni contro i gay e il rifiuto del reato di omosessualità ovunque sia previsto, il Vaticano l’avrebbe osteggiata? Al Foglio, padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, risponde che “quella condanna e quel rifiuto discendono dalla stessa Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, e naturalmente il Vaticano li condivide. Proprio per questo non era necessario un documento concepito come una somma di temi diversi che si possono prestare ad ambiguità”.
D'altra parte, il vaticanista Luigi Accattoli, sul suo blog, scrive:
In risposta a chi chiede di leggere il testo della proposta francese: non avendolo trovato on line, ho chiesto al collega vaticanista di I.Media (l’agenzia che aveva intervistato Migliore), il quale mi ha assicurato che il testo non esiste ancora, al momento è solo un progetto sul quale è stata raccolta l’adesione di principio di una cinquantina di stati, presentandolo con le parole dell’annuncio dato dal sottosegretario francese ai diritti umani: “Chiediamo l’abolizione universale del cosiddetto crimine di omosessualità, di ogni ‘legge sulla sodomia’ e delle leggi contro i cosiddetti ‘atti contro natura’ in tutti i paesi dove siano ancora in vigore”.
Poco fa - alle 15, 54 - la France Presse ha messo in rete questa precisazione del governo francese:
ONU: PARIS DÉFEND SON TEXTE SUR L’HOMOSEXUALITÉ CRITIQUÉ PAR LE Vatican PARIS, 2 déc 2008 (AFP) - La France a défendu mardi son projet de déclaration de l’ONU sur la dépénalisation universelle de l’homosexualité, vivement critiqué par le Vatican qui y voit un risque d’étendre le mariage gay. «L’idée, ce n’est pas de créer une nouvelle règle de droit, mais à partir des textes existant de créer une dynamique en faveur de la dépénalisation» de l’homosexualité, a déclaré à la presse le porte-parole du ministère des Affaires étrangères, Eric Chevallier. M. Chevallier a rappelé que 90 pays environ avaient une législation réprimant l’homosexualité, dont une «petite dizaine» où elle est passible de la peine de mort. Plaider pour la dépénalisation «est une démarche que nous pensons totalement en respect avec le droit actuel, et qui nous paraît juste sur le plan éthique et humain», a-t-il ajouté. M. Chevallier a insisté sur le fait que le projet de déclaration se faisait «à droit international constant, sans proposer de création de norme juridique nouvelle, additionnelle ou évolutive».
Nemmeno io ho trovato traccia su Internet del famoso documento di 13 punti citato da Il Foglio. Se qualcuno ne sa di più, gli chiederei di segnalarlo. Se invece le cose stanno come sostiene Accattoli, mi sembra che la Curia vaticana o è disinformata o non rende note tutte le informazioni.
In ogni caso, perché non essere favorevoli a un intervento che, come lo stesso p. Lombardi riconosce, è in linea con il rispetto dei diritti umani? Senza discutere qui la posizione del magistero cattolico in tema di omosessualità, sarebbe troppo lungo, per un semplice fatto di coerenza il Vaticano dovrebbe comunque adoperarsi per combattere le persecuzioni e il reato di omosessualità anche mantenendo la sua contrarietà al discorso sul matrimonio (anche su questo tema ci sarebbero molte cose da dire, perché - per esempio - volendo difendere una certa idea di matrimonio si potrebbe comunque fare una distinzione tra quest'ultimo e la tutela civile delle unioni). Se poi la proposta francese è ritenuta dal Vaticano portatrice di altri interessi, allora quest'ultimo potrebbe fare una propria proposta dimostrando di essere comunque contro le persecuzioni. Dire soltanto di no, mi sembra - come ho detto - incoerente per chi afferma di voler sostenere i diritti umani. Mi sembra davvero la scelta peggiore.