1915-1968. Già le dato entro le quali è racchiusa segnalano che la vita di Thomas Merton (monaco, poeta, scrittore) si colloca dentro al cuore del secolo breve: ha toccato le due guerre mondiali, la grande depressione, i totalitarismi, Auschwitz e Hiroshima, la guerra fredda, il movimento per la pace e quello per i diritti civili.
A lui ho dedicato un breve articolo sul numero di gennaio della rivista Popoli.
Il periodo storico vissuto da Merton sembra lontano dagli eventi di oggi e dalla nostra coscienza. Ma a ben guardare il suo percorso interiore, egli rimane molto più attuale di tante figure di quella stagione.
Thomas Merton, l’uomo dell’inquietudine. Agnostico, comunista e infine cattolico. E dopo la conversione l’ingresso tra i trappisti e poi la messa in discussione di quella scelta – pur senza abbandonarlo – alla ricerca di un’esperienza spirituale più profonda e autentica. Un maestro di preghiera, che ha ispirato milioni di lettori, pieno di dubbi e sempre in ricerca. Pronto ad apprendere da altre tradizioni cristiane e dalle religioni orientali, senza rinunciare a Gesù e alla Chiesa cattolica. Passando anche attraverso una relazione amorosa a cinquant’anni. In un tempo di fedi fai-da-te, egli insegna non il sincretismo, ma ad andare al fondo delle cose per cogliere i tratti fondamentali e unificanti. In un tempo di identità religiose traballanti, egli mostra che la fede non è l’armatura irrealistica fatta di certezze indiscutibili e intoccabili, impermeabili a ogni diversità, ma l’esplorazione faticosa e sincera delle terre interiori e delle cantine dell’anima alla ricerca dell’autenticità.
Thomas Merton, l’uomo del dialogo. Pur nella solitudine severa del monastero, ha avuto corrispondenze intense con decine di persone di ogni fede e appartenenza ideologica (scrittori, premi Nobel, filosofi, artisti). I suoi innumerevoli libri (più di cinquanta) hanno saputo parlare a molti anche al di fuori della Chiesa. I suoi interessi per le altre religioni e i suoi contatti con esse – fino al viaggio in Asia durante il quale ha conosciuto il Dalai Lama e ha trovato la morte per una scossa elettrica – hanno fatto di lui uno sperimentatore e un costruttore di ponti. Oggi che la coesistenza tra le religioni è un fatto indiscutibile e irreversibile, abbiamo bisogno del suo spirito che sa trovare semi di verità in ogni tradizione e arricchirsi. Altrimenti, l’alternativa diventa l’incomunicabilità che prima o poi si traduce in scontro.
Thomas Merton, l’uomo della pace. Voce isolata e incompresa, nella Chiesa cattolica, ha denunciato la follia delle armi nucleari e della guerra, anticipando la Pacem in terris di Giovanni XXIII. Da uomo di preghiera, la sua riflessione segnala come si possa vedere oltre le incrostazioni culturali e ideologiche che nel corso dei secoli si sono depositate sui colori del mosaico cristiano per riportarlo al suo vero splendore. Oggi che l’ombra della guerra getta nuove tenebre in molte direzioni, ci serve la sua sferza profetica che rivela come una Chiesa accondiscendente con la guerra – e con la logica culturale, economica e politica che la incoraggia – svende se stessa e il Vangelo.
Per chi volesse approfondire, alcuni titoli:
AA.VV. Thomas Merton. Solitudine e comunione, Qiqajon, Bose 2006.
Antonio Montanari, Un viandante di regni. Thomas Merton, Abbazia San Benedetto, Seregno 2007.
Thomas Merton, Scrivere è pensare, vivere, pregare. Un’autobiografia attraverso i diari, Garzanti, Milano 2001.
Thomas Merton, L’esperienza interiore. Note sulla contemplazione, San Paolo, Cinisello Balsamo 2005.
Thomas Merton, La pace nell’era post cristiana, Qiqajon, Bose 2005.
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