Tra le letture estive, una delle più coinvolgenti è stato senz’altro il romanzo A bordo ring di F.X. Toole (Garzanti). L’autore è lo stesso del racconto da cui è stato tratto il film Million Dollar Baby.
È una storia di pugilato e di vita intensa e ben scritta in cui il tema religioso ha un ruolo centrale.
I protagonisti sono l’allenatore ed ex pugile Dan Cooley e la giovane promessa messicana Chicky Garza. Per entrambi la boxe è lo scenario delle loro storie di vita, tormentate e dolorose, e attraverso la boxe trovano il riscatto dalle proprie disgrazie.
Il tema religioso ha un ruolo importante. Entrambi i protagonisti provengono da un’educazione cattolica, ma Dan, provato da una lunga serie di dubbi, arriva a rifiutare la religione e la sua rabbia giunge alla bestemmia. Un fatto delicato come l’insulto a Dio viene trattato in modo veramente appropriato. Anche sotto questo aspetto la trama del libro vede un’interessante evoluzione. Il problema del dolore è centrale. Un dolore tanto forte da spingere Dan verso l’autodistruzione e attraverso una serie di incontri che gli fanno capire come la sua vita abbia ancora uno scopo negli altri arriva a cambiare idea.
È un romanzo di formazione e di redenzione, in cui entrano l’onore, il tradimento, il coraggio passando attraverso il ring (che diventa una metafora della vita), i guantoni, il sudore, i pugni…
L’autore ha lavorato al romanzo per oltre due anni, prima che il suo cuore si fermasse nel 2002, a 72 anni. Il suo vero nome era Jerry Boyd. Aveva studiato recitazione e si è guadagnato da vivere come lustrascarpe, tassista, barista e torero. Ha iniziato a boxare a più di quarant’anni per pura passione per poi raccontare tecnica, storia, sensazioni, trionfi, sofferenze di quel mondo.
Papini, nella sua Storia di Cristo, dice che anche le bestemmie possono essere un'involontaria invocazione rivolta a Lui. Quanto alla boxe, da ex appassionato (ex in quanto come sport non esiste più) in effetti ci avevano visto giusto i gesuiti americani, che avevano aperto diverse palestre per avviare a questo sport la gioventù "balorda": è una bellissima metafora della vita. Purtroppo non ho visto il film, pur conoscendolo, ma cercherò di farlo, e di leggere il libro.
Queste sono ua paio di riflessioni che mi ha stimolato il tuo post, ma soprattutto volevo darti il bentornato nella blogosfera, caro Christian. Anch'io, come gli altri amici, ti faccio tantissimi auguri per tutte le tue cose e ti ringrazio per esserci.
Scritto da: donMo | 22/08/07 a 21:08