E' noto il detto che fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce.
Così come il male fa più rumore del bene. Tante volte, di fronte alle violenze piccole e grandi, alle intolleranze, alle incomprensioni, alle povertà, alle solitudine, alla nostra incapacità di far fronte al male del mondo, viene da chiedersi: il bene dov'è? Tradizionalmente, nella teologia cristiana si parla del mistero dell'iniquità (il mistero di conciliare il male con un Dio buono), ma oggi si dovrebbe parlare di mistero della bontà: di fronte a tante sofferenze e alla nostra fatica a vincerle, si può ancora credere nel bene? Lo si può ancora trovare?
Eppure la foresta c'è. Nella mia piccola realtà, la comunità alloggio per portatori di handicap che abbiamo fatto nascere in parrocchia ha da poco accolto il suo sesto ospite, un ragazzo di 22 anni con un ritardo mentale e una situazione familiare disastrata, che viveva con il padre morto da poco e che nella sua vita ne ha passate davvero di tutti i colori. E' il risultato di un'avventura iniziata ormai 30 anni fa accogliendo un ragazzo schizofrenico con crisi violente e che vive ancora tra di noi (nella foto con don Agostino Cantoni che ci ha condotti su questa strada). E nonostante tutte le fatiche, c'è un gruppo di volontari che continua ad avvicendarsi accanto a loro assieme agli operatori. Questo crea casa, lo stare insieme, una nuova famiglia... Qualcuno va per i percorsi della vita, ma ci sono ancora nuove persone che bussano e si rendono disponibili, portando nuova luce e nuovo entusiasmo.
Ogni anno, alle vacanze di condivisione estive che organizziamo (v. il sito) partecipano decine di diversamente abili che possono vivere questa opportunità solo grazie alla presenza di volontari che si mettono a disposizione per vivere assieme questo momento. E ogni anno, nonostante tutto, qualcuno si fa vivo per mettersi in gioco. Si sono creati rapporti con persone da ogni parte d'Italia che proseguono, anche se vorrei rivolgere un pensiero particolare a quelli che per vari motivi non hanno più potuto tornare. E' una storia fatta ormai da centinaia di volti, di mani, di sorrisi (dove ognuno arricchisce l'oceano con la sua goccia) in cui si trova gioia e amicizia là dove sembra esserci spazio solo per le sofferenze provocate da un deficit fisico o mentale. Il bene c'è, il positivo c'è ed è un mistero che vada avanti e cresca. Cominciano ad arrivarmi i primi segnali di persone interessate alle vacanze di quest'anno, ma chiedo a chiunque ha voglia di provare a scoprire qualcosa di nuovo e di bello di darci una mano.
Ho dedicato a questa impresa 12 anni della mia vita, ma mi sembra di avere iniziato ieri e non sono ancora stanco. E ogni volta mi sorprendono i giovani che sanno portare qualcosa in più a quello che, quasi per caso, abbiamo costruito. Stare con i giovani mi fa restare giovane. Passano gli anni e mi sento sempre più inadeguato e incapace di fronte a quello che accade attorno a me. Faccio tutto quello che riesco, consapevole dei miei sbagli, sapendo che non dipende da me.
Carissimo Christian, come diversa la situazione della Sua parrocchia dalla mia, dove se hai bisogno di un aiuto si limitano ad indirizzarti ai servizi sociali del Comune!
Sono contento per Lei e La ammiro per l'impegno che profonde per gli altri.
Scritto da: Gian Contardo | 02/04/07 a 16:12